giovedì 9 febbraio 2012

FOIBE ... 10 febbraio. "GIORNO DEL RICORDO".


ITALIANI VITTIME FOIBE, IL TEMPO DELLA MEMORIA.

Migliaia, forse 10 mila, gli italiani massacrati e gettati, vivi o morti, nelle Foibe (cavità carsiche) dai partigiani slavi tra il 1943 e il 1947, con modalità atroci.

Legati l'uno all'altro con filo di ferro.

Raffiche di mitra per far cadere i primi della fila nelle voragini a strapiombo.

Gli altri a seguire...

E poi, talvolta, un cane nero, gettato anch'esso nelle fosse, per impedire alle anime delle vittime di ritornare per vendicarsi,secondo una macabra credenza locale.

E' in memoria di questi poveri morti e del successivo esodo degli italiani giuliano-dalmati, costretti a lasciare terre e affetti, che si celebra, solo dal 2004, il "Giorno del Ricordo".

PERSECUZIONI DAL 1943 AL 1947.

Fu nell'autunno del 1943, dopo l'armistizio dell'8 settembre, che in Istria iniziò la persecuzione dei cittadini italiani, bollati come nemici del popolo, dai partigiani delle formazioni slave.

Non è quantificabile il numero delle vittime in quei giorni.

Molti furono fucilati.

Molti gettati nelle Foibe.

Dall'aprile fino a metà giugno del 1945 a Trieste, Gorizia e in Istria, le truppe titine infoibarono, deportarono, uccisero militari e civili italiani, ma anche civili sloveni e croati.

La persecuzione degli italiani durò fino al '47 soprattutto nella parte dell'Istria più vicina al confine italiano e sottoposta all'amministrazione provvisoria slava.

I PROFUGHI DOPO IL TRATTATO DI PARIGI.

Dopo la ratifica del Trattato di Parigi del 1947, col quale l'Italia cedeva Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, 350 mila italiani, nati e vissuti in terre non più italiane, divennero profughi (300 mila per la storiografia jugoslava).

Gli esuli giuliano-dalmati lasciarono le loro case senza poter portare via, praticamente niente. Circa 130 le strutture, su tutto il territorio nazionale, nelle quali furono portati e dove, in condizioni spesso di grande disagio, rimasero per lunghi anni.


La "Giornata del Ricordo" è nata e si sviluppa in parallelo con la "Giornata della Memoria", celebrata il 27 gennaio e destinata a ricordare i martiri della Shoah.

"La scarsa consapevolezza del dramma delle foibe da parte dei giovani può essere ricondotta a diversi fattori.

Per motivi di tempo, difficilmente gli insegnanti riescono a completare lo studio della prima metà del Novecento.

Bisogna poi dire che larga parte dei manuali di storia più adottati è stata scritta in un periodo in cui, anche nell'editoria scolastica, era molto forte l'egemonia culturale marxista.

La pulizia etnica subita dagli italiani e il conseguente esodo italiano sono stati a lungo argomenti tabù, trattandosi di crimini compiuti dai partigiani comunisti jugoslavi".


--Enrico Nistri, scrittore e docente di storia--



GIORNO DEL RICORDO, PERCHE' IL 10 FEBBRAIO.

Con la legge 92/2004, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 86/2004, il Parlamento ha istituito il "Giorno del ricordo", in memoria delle vittime delle Foibe e dell'esodo degli italiani giuliano-dalmati, scegliendo di celebrare questa ricorrenza il 10 febbraio.

La scelta di questa data rimanda al 10 febbraio 1947, quando fu firmato, a Parigi, il "Trattato di pace tra l'Italia e le Potenze alleate e associate" (gli avversari dell'Italia nella Seconda guerra mondiale del 1940/1945).

Questo trattato sanciva, tra l'altro, il passaggio alla Jugoslavia delle ex province italiane dell'Adriatico nord-orientale.

Si legge, in un comunicato, nel sito del Ministero dell'Istruzione.

L'obiettivo del "Giorno del Ricordo" è :
 "Conservare e rinnovare la memoria della tragedia che ha colpito gli Istriani, i Fiumani e i Dalmati nel secondo dopoguerra, vittime delle Foibe e costretti all'esodo dalle loro terre.
E' richiesto alle scuole di ogni ordine e grado, nella piena autonomia di prevedere iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell'Istria di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni"
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fonte televideo RAI