mercoledì 28 ottobre 2009

PINOCCHIO 2009 !!!


Nel nuovo film dedicato al burattino di Collodi, con Bob Hoskins che fa Geppetto, Placido nel ruolo che fu della Lollobrigida e una incredibile Littizzetto come grillo parlante !!!



ROMA — Geppetto è un uo­mo solo, talmente solo che si costruisce un figlio e lo alleva in solitudine. Nel rapporto pa­dre figlio sta la chiave di lettu­ra del nuovo Pinocchio televi­sivo, domenica e lunedì pros­simi su Raiuno, ma si prevede anche una versione cinemato­grafica. Una chiave moderna, che rimanda ai padri single di oggi, alle prese con la crescita e l’educazione della prole. Megaproduzione di Lux Vi­de in collaborazione con Power (UK) per Rai Fiction con un cast eccezionale. A co­minciare dalla regia di Alber­to Sironi, con Bob Hoskins nel ruolo che fu, nell’indimen­ticabile sceneggiato di Luigi Comencini, di Nino Manfredi.

Violante Placido è la Fata po­co turchina, «molto birichina e sexy» dice il regista e lei ag­giunge «credo che abbiano preferito lasciare il mio colore di capelli, per rendere la fata più moderna e umana»; Lucia­na Littizzetto, un Grillo parlan­te che, al contrario della fiaba originale, non sparisce subito ma resta nello sviluppo della storia ed è «poco rassicurante — osserva l’attrice — è un po’ isterico, sgrida spesso Pinoc­chio, si rompe quando lui fa cose sbagliate»; Margherita Buy è la Maestra; Maurizio Do­nadoni un Mangiafuoco cor­pulento e di segno teatrale; Toni Bertorelli e Francesco Pannofino sono rispettiva­mente la Volpe e il Gatto; Pi­nocchio è il piccolo Robbie Kay. Ma si aggiunge un perso­naggio: Carlo Collodi, imper­sonato da Alessandro Gas­sman. «Mettendoci lo scritto­re stesso — spiegano gli sce­neggiatori Ivan Cotroneo e Carlo Mazzotta — abbiamo vo­luto innanzitutto rendere un omaggio all’autore della fiaba più conosciuta al mondo, ma soprattutto rappresentare la funzione che ha il racconto nella figura di chi scrive».

E dal racconto parte la mini­serie. Collodi, in crisi creativa, è pressato dal suo editore, af­finché scriva presto una nuo­va favola. Lo scrittore, in vil­leggiatura in Toscana, si rivol­ge a un bravo falegname del luogo per riparare la sua scri­vania: è Geppetto, un uomo ancora provato per la perdita della moglie, morta di parto. La simpatia per quest’uomo e la locandina di un teatro di bu­rattini colpiscono la fantasia dell’autore «che finalmente dà inizio a un nuovo roman­zo » . A quasi 40 anni dal celebre Pinocchio con Andrea Balestri e a 7 anni dal film di Benigni, perché rifarlo in tv e poi sul grande schermo? Risponde Tinni Andreatta, responsabile di Rai Fiction: «Perché è una storia che non tramonta mai. Ma la nuova interpretazione narrativa che abbiamo voluto dare è quella del viaggio dolo­roso che compie Geppetto, per apprendere il modo giu­sto di amare». Un percorso narrativo che è piaciuto a Ho­skins: quando ha accettato la parte, ha detto che avrebbe so­lo fatto un uomo solo, tanto da crearsi un figlio di legno. Il presidente della Lux Etto­re Bernabei sottolinea: «È una favola sempre verde che rien­tra nella tradizione di Esopo, Fedro, Boccaccio. Negli ultimi anni di vita di Federico Felli­ni, quando aveva ormai abban­donato l’idea di fare una vita di Dante per raccontarne la Di­vina Commedia, si pensò di fa­re le grandi fiabe italiane. In­somma, 'Pinocchio' è sempre attuale, perché rappresenta la parabola della vita umana». E il nuovo burattino di na­zionalità inglese? «Sapevo che Pinocchio era una fiaba italia­na — dice Robbie — anche se l’ho conosciuta nel film di Di­sney. Quanto alle bugie, beh... tutti le dicono almeno una vol­ta nella vita».

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