lunedì 3 agosto 2009

SOLO UN OCCHIO ESPERTO SA DECIFRARE LE LETTERE DELLA PAROLA "CREMALBA"



Le mutazioni ibride della “cremalba”

In una società che non ha ancora compreso che cosa sia esattamente l’evoluzionismo, è necessario sperimentare lo spirito di Charles Darwin in ambiti più domestici.

C’è chi invoca le mutazioni genetiche tra il Maggiolino e la NewBeetle; altri ancora trovano che frammenti di DNA collegano la famosa Olivetti Lexikon 80 del designer Nizzoli al Programma 101, il primo personal computer: italiano come il suo progettista Pier Giorgio Perotto. Ma sarebbero esercizi troppo eruditi, anche in tempi di celebrazioni mondiali del design.

In un cantuccio nascosto di un vecchio armadietto della cucina della nonna, non più frequentata ormai da più di vent’anni si trova ancora un lacerto impolverato di un involucro, metà cartaceo, metà di stagnola. Solo un occhio esperto riesce a decifrare le lettere che compongono un titolo: “cremalba”. Si andava nel pomeriggio, di nascosto, dalla nonna che dispensava (e spalmava) una crema burrosa e dolce.

Inizialmente era bianca, dal sapore di vaniglia, poi apparvero le mutazioni ibride, con presenza sempre più invadenti di un cioccolato che era fatto con le nocciole. D’inverno la si spalmava sul pane raffermo, d’estate, quando era in funzione il frigidaire la si spezzava a barrette, quasi fosse una tavoletta.

Come molti altri “alimenti” dava dipendenza e si rischiava di esaurirne la scorta, definitivamente.

Chi la ricorda per averla sperimentata di persona, sa bene che da essa, per successive mutazioni, è nata la “nutella”.

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